Se brucia Notre-Dame …

Una riflessione sulla necessità di intervenire sul nostro patrimonio culturale, in gran parte da salvaguardare, scaturita dopo il grave incendio della cattedrale di Notre-Dame 

Notre-Dame

Le immagini che passano in televisione e sugli schermi dei nostri pc sono angoscianti. Vedere le fiamme che divorano Notre-Dame lascia tutti sconvolti perché la sua importanza va oltre la funzione di cattedrale che l’edificio assolveva. Notre-Dame è arte, è storia, è cultura. È un luogo che chiunque conosce, tutti hanno presente la sua sagoma gotica, inconfondibile, caratterizzata dai due celebri campanili sulla facciata. Tutti hanno letto storie o visto film che la hanno per protagonista, moltissimi andando a Parigi hanno una foto scattata lì, in tanti ne conoscono le particolarità artistiche e le vicende storiche. Vederla dunque avvolta dalle fiamme lascia, anche ai più lontani, un senso di impotenza, con l’incertezza di quello che si riuscirà a fare, di quello che si potrà salvare, di ciò che si potrà e dovrà ricostruire.

Nell’era dei social questo senso di tristezza si riversa tramite i propri account sulle home di Facebook, Twitter o Instagram. Home piene di foto e video di Notre-Dame rendono l’idea di quanto fosse un simbolo universalmente caro, e, tra condivisioni e like, sembra a tutti di prendere parte a questa tragedia collettiva. Giusto, giustissimo. Un simbolo così noto, emblema della cultura occidentale, cui sono legati credenti e non credenti, non può non suscitare l’attenzione di tutti. Ma … poi? Che si fa? La ricostruzione sarà certo lunga e laboriosa. E noi? Noi che a migliaia di chilometri di distanza abbiamo condiviso o messo like ad un post?

Una cosa potremmo farla. Non a Parigi, non per Notre-Dame forse, ma qualcosa potremmo farla. Anche sul nostro territorio sono tantissime le piccole Notre-Dame che, senza incendi, lentamente si stanno sgretolando. Di sicuro non dobbiamo fare molta fatica a pensare a qualche bene storico-artistico in cattive condizioni proprio vicino a noi, avvolti dall’indifferenza o lasciati a se stessi. Per restare ai soli edifici di culto l’elenco sarebbe lunghissimo, dall’Ecce Homo di Portapiana al monastero di Persano a San Lucido, dai resti dell’eremo di Jurevetere a San Giovanni in Fiore al Santuario di Fatima a Borgo Partenope, dalla chiesa di Santa Barbara a Paterno al monastero di Fonte Laurato a Fiumefreddo. Ognuno con la sua storia, le sue problematiche, ognuno accomunato dal bisogno di attenzioni e di interventi più o meno importanti. Ed è meglio non entrare nel dettaglio delle singole opere d’arte semi-abbandonate. Nella gran parte dei casi, certo, non capolavori eccelsi, ma comunque testimonianze della storia dei luoghi per le quali sono state realizzate.

Seguiamo dunque con trepidazione le vicende di Notre-Dame ma non lasciamo che le emozioni che suscitano in noi restino limitate ad una condivisione e qualche like. Adoperiamoci per dare il nostro contributo e, vista la difficoltà di farlo per Parigi, facciamolo per le piccole Notre-Dame che sono vicino casa nostra, per le quali un po’ di impegno in più potrebbe fare la differenza.

Lorenzo Coscarella

15 aprile 2019, ore 22.30

Salviamo il nostro patrimonio culturale, in paroladivita.org, 15/04/2019

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