Gioacchino e i “duo viri”. Una profezia per immagini

Una leggenda medioevale vuole che l’abate calabrese abbia profetizzato a Venezia la venuta di “due uomini” identificati in Francesco e Domenico.

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Gioacchino_da_Fiore Sulla figura di Gioacchino da Fiore, l’abate calabrese che Dante nella Divina Commedia definisce “di spirito profetico dotato”, si è tornato a parlare e a scrivere dopo un periodo di relativo silenzio durato più secoli.

In questo “silenzio” però Gioacchino non è sparito dalla scena, e nelle opere più disparate si trovano sparse tracce e riferimenti ai suoi libri, al suo pensiero e, perché no, a profezie e leggende a lui collegate.

Furono proprio le profezie del monaco calabrese, vere o presunte, a lasciare l’eco più duratura, motivo per cui la stessa Chiesa cominciò a guardare a Gioacchino con sospetto sempre maggiore. 

Gioacchino-da-Fiore-Francesco-Domenico-VeneziaNonostante ciò, l’Abate di Fiore continuava a far parlare di sé. In particolare in ambito francescano. Nell’opera di Zaccaria Boverio “Annali dell’ordine de’ Frati Minori Cappuccini”, degli anni ’40 del ‘600, sono riprodotte diverse incisioni e tra queste appare un particolare della basilica di San Marco a Venezia, dove nell’arco che sovrasta la “porta del tesoro” erano rappresentati i santi Domenico e Francesco d’Assisi. L’immagine riprodotta è strettamente legata ad una profezia di Gioacchino da Fiore, ed è lo stesso Boverio a sottolinearlo.

Scrive infatti che le immagini “furono dissignate, & fatte formare a mosaico sopra la porta del tesoro del famosissimo Tempio Ducale di S. Marco Evangelista, dall’Abbate Giovanni Gioachino, che visse avanti, che questi gloriosi Santi nascessero al Mondo”. Altre fonti precisano addirittura che l’abate “dissignò le dette figure con le proprie mani”. Un Gioacchino che sarebbe anche artista a questo punto.

Gioacchino-da-Fiore-Duo-ViriInutile dire che non c’è riferimento nella vita di Gioacchino a soggiorni veneziani, ma è difficile in questi casi far combaciare la storia e la leggenda. Nel corso di questa sua permanenza a Venezia l’abate avrebbe dunque profetizzato la venuta di S. Domenico e S. Francesco d’Assisi e dei rispettivi ordini, ritraendone le figure nell’arco della basilica di S. Marco prima ancora che i due santi nascessero, o comunque che fondassero i loro ordini religiosi.

È la cosiddetta profezia dei “duo viri”, perché Gioacchino avrebbe predetto che sarebbero venuti due uomini “uno di qua e l’altro di là”: “erunt duo viri, unus hinc, et alius inde, qui duo Ordines interpretantur: unus Italus, scilicet de Tuscia, et alter Hispanus; primus colombinus, secundus corvinus”.

duo_viri_surseeÈ una profezia-leggenda, conosciuta dagli studiosi perché ha influenzato anche Dante e che attraverso i francescani giunse perfino in America Latina, dove diverse opere d’arte di ispirazione francescana hanno riferimenti gioachimiti. Un esempio si trova anche in Svizzera, nel convento cappuccino di Sursee, dove uno dei dipinti del ‘600 che abbelliscono il chiostro ricorda proprio l’incisione usata da Boverio, con la figura di Gioacchino al posto di quella di S. Domenico.

In fin dei conti, anche se Gioacchino non fu artista in prima persona, con la sua figura riuscì ad esercitare una certa influenza perfino in ambito artistico.

Lorenzo Coscarella

(Articolo intero su Parola di Vita, 9/10/2014, p. 20)

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