Il castello di Savuto

Tra le due province di Cosenza e Catanzaro, la fortezza dominava l’ingresso della valle che prende il nome dal paese e dal fiume, antica via di comunicazione dalla costa verso l’interno. Il_Castello_di_Savuto Il castello di Savuto, con la sua mole imponente ma segnata dal tempo, domina ancora non solo il villaggio ma anche tutta la vallata sottostante, nel quale scorre il fiume che ha lo stesso nome del paese. Savuto: l'ingresso della fortezzaLa zona era strategica: lungo una antica via di comunicazione, a pochi passi dalla costa tirrenica, e all’imbocco della valle che bisognava attraversare per addentrarsi nell’entroterra calabro e giungere fino a Cosenza. Un territorio ancora oggi di confine, visto che segna il limite tra le due province di Cosenza e Catanzaro. Il paese di Savuto è oggi frazione del comune di Cleto, ma ebbe in passato una maggiore autonomia, oltre che un più alto numero di abitanti rispetto agli attuali. Per la sua rilevanza appartenne a diverse famiglie nobiliari, che ne fecero il loro feudo e il cui potere era simboleggiato proprio dalla mole del castello. Savuto, arcate del castelloTra queste i D’Aquino, legati anche allo sviluppo del vicino paese di S. Mango che proprio da Savuto trae le sue origini. Una interessante iscrizione cinquecentesca visibile lungo l’accesso al maniero ricorda invece la presenza di Eliodora Sambiase, giovane vedova di Ascanio Arnone. Iscrizione ora deturpata da un cancello ma che, difficoltà di lettura permettendo, potrebbe trascriversi: “TEMPLA DEO NYMPHIS LIMPHAS HORTOSQ. VIRE(N)TES/ HANC ARCEM INDIGEN[S O]MNIBVS HOSPITIUM/ SABATII HELIODORA POTE(N)S SA(N)BLASIA PRA …/ARNONIO QUONDAM IVNCTA PVELLA VIRO”.

Dopo essere stato adibito a vari usi l’edificio è attualmente semi abbandonato, ma sono ancora ben visibili le tracce del periodo medioevale e rinascimentale in cui svolse la funzione di fortificazione. Sono moltissime le feritoie presenti tra le mura utilizzate un tempo come punti di fuoco, e lo stesso ingresso è racchiuso in un bastione cilindrico merlato.

Savuto: il centro storico con in alto il castelloSulla parte più alta della collina la torre cilindrica segna la zona più antica del maniero, ora coperta da vegetazione, accanto alla quale presumibilmente si è evoluta la zona che dovette essere adibita ad abitazione signorile. Già l’ampia volta dell’androne d’ingresso ci dà l’idea dell’imponenza che dovette avere la struttura, che sembra essere stata frazionata in più unità abitative utilizzate fino a pochi decenni fa. Negli ampi spazi aperti dominano ora i fichi d’india, e non manca un pollaio che contribuisce però a dare un tocco di vita alla struttura. È interessante scorgere qua e là i segni del complesso architettonico originario, tra archi in pietra, portali in tufo murati, grandi camini e perfino i resti di un probabile altare settecentesco in muratura, che doveva far parte di una piccola cappella nella zona del cortile centrale dal lato opposto dell’ingresso. Castello di Savuto: ruderi, pollai e fichidindiaI ruderi hanno il loro fascino, ma non si può fare a meno di pensare che la struttura sarebbe ancora in buona parte recuperabile. Da quanto appreso alcuni progetti di valorizzazione dovrebbero partire presto. In questo modo il comune di Cleto potrebbe essere uno dei pochi ad offrire ai turisti i resti di ben due castelli da visitare.

Lorenzo Coscarella

(Parola di Vita, A.7 n.27, 25/09/2014, p.21)

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