Libri: Mario Vicino, Calabria terra di capolavori

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Calabria. Terra di capolavori. Dal Medioevo al Novecento. È questo il titolo dell’ultima pubblicazione di Mario Vicino, che si aggiunge al folto catalogo di opere che lo storico dell’Arte di Castrovillari ha tributato al patrimonio artistico della nostra terra. È la celebre Immacolata di Luca Giordano che si presta a far da copertina al libro, un’opera custodita attualmente presso il Museo Diocesano di Cosenza e realizzata nel ‘600 dal Continua a leggere

Una terra segnata dai terremoti

I recenti fatti di cronaca devono ricordarci che anche la Calabria è una terra in pericolo. Riproponiamo un articolo che ripercorre brevemente i tragici eventi che hanno colpito la provincia di Cosenza, perché non si dimentichi e perchè dalla storia si possa imparare

Terremoto 1905 Piscopio

Una spada di Damocle. Questo sembrano essere i terremoti per la Calabria, e la storia ne testimonia la costante presenza nella vita delle nostre comunità. Continua a leggere

La Calabria com’era, in mostra a Palazzo Arnone

Una mostra dedicata alle foto che hanno raccontato la Calabria tra il XIX e il XX secolo, con antichi scatti che mostrano feste popolari, antichi mestieri, luoghi. 160 immagini realizzate dai pionieri della fotografia calabrese.

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È sempre maggiore l’attenzione che si riserva alla fotografia d’epoca, non solo come strumento che testimonia momenti del passato ma anche come vera e propria forma d’arte. Alcuni scatti infatti vanno oltre la semplice rappresentazione di un istante e diventano essi stessi un documento eccezionale da mettere in mostra.

Mostra_foto_antiche_calabriaLa Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, a Cosenza, presenta dunque “La Calabria com’era. Fotografia e fotografi tra ‘800 e ‘900”, una mostra dedicata alle foto e ai fotografi che hanno raccontato la Calabria tra il XIX e il XX secolo.
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Nomi a volte noti, altre sconosciuti, che hanno in comune l’essere stati i primi a imprimere sulle loro lastre la gente, gli eventi, i luoghi di una regione che da allora è cambiata tanto. Circa 160 immagini, provenienti dall’Archivio Storico del Banco di Napoli e dalla Fondazione archivio storico fotografico della Calabria.

Calabria_foto_di_gruppoTutta la regione è ben rappresentata attraverso gli scatti dei pionieri della fotografia calabrese, ma anche di studiosi che hanno utilizzato le foto come supporto alle loro ricerche. Si ammirano così scatti ottocenteschi dei fratelli Santoro di Cosenza, o degli Scarpino di Catanzaro, insieme a immagini realizzate da Rohlfs, Zanotti Bianco e Lombardi Satriani.

Alcune delle stampe esposte mostrano le principali città, con le loro strade, i palazzi, gli uomini illustri, ma ancora più suggestive sono le molte foto relative ai centri minori. Per questi ultimi, infatti, è ancora più raro trovare testimonianze del passato, e gli antichi scatti che ne mostrano le feste popolari, gli antichi mestieri, luoghi ormai irriconoscibili assumono ancora più rilievo.

Cosenza_commemorazione_Fratelli_BandieraDa vedere anche le riproduzioni di antichi documenti inerenti al tema, e soprattutto le attrezzature utilizzate dai fotografi, dalle macchine fotografiche ai vecchi fondali che facevano da scenario per i ritratti che siamo abituati a vedere anche negli album di famiglia.

La mostra è visitabile gratuitamente fino al 22 febbraio 2015, occasione per ammirare anche le altre collezioni della Galleria Nazionale di Cosenza.

Lorenzo Coscarella

(PdV, 22/01/2015, p.21)

Cribari: un intero paese diventa museo

Nella piccola frazione di Trenta si è scommesso su un progetto che, puntando alla valorizzazione del passato, diventa un’occasione per rianimare il paese.

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Cribari_Trenta_frantoioUn intero centro storico, piccolo e in parte ben conservato, sta tornando a nuova vita grazie ad un’idea semplice ma allo stesso tempo interessante. Stiamo parlando di Cribari, frazione del comune di Trenta posta sulle colline della Presila cosentina, dove è ormai realtà il progetto del “paese museo”.

Come tutti i paesi della zona, anche Cribari stava conoscendo uno spopolamento che riguardava soprattutto la parte antica del paese. Vicoli caratteristici ma poco abitati, con case dalla lunga storia ma dal basso valore economico.

Cribari_Trenta_Paese_MuseoL’Amministrazione comunale, di concerto con le associazioni locali, ha così acquisito parte di questi immobili e molti di questi sono stati sistemati e conservano ora oggetti, mobili, attrezzi, in modo da ricreare diversi ambienti così com’erano un tempo.

L’idea in realtà ha origine in un’altra attività partita da circa vent’anni: la rappresentazione del Presepe vivente che nelle festività natalizie attira a Cribari gente da tutta la provincia. Partendo da questa rappresentazione è iniziata la raccolta degli oggetti e la sistemazione delle ambientazioni che ha portato oggi a trasformare l’intero paese in un museo.

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Uno degli aspetti che più qualificano il progetto è proprio la ricostruzione di alcuni ambienti che ripropongono le principali attività di cui disponeva un centro abitato. Luoghi dove si esercitavano mestieri ormai trasformati o scomparsi del tutto, ricostruiti alla perfezione attraverso gli utensili ed i macchinari di un tempo.

Paese_museo_CribariUn antico meccanismo di mulino, il torchio e la macina di un vecchio frantoio, il mantice della “forgia” che il fabbro utilizzava per la lavorazione del ferro, il piccolo locale adibito a palmento, tutto è stato recuperato e reso operativo.

Qualcosa di più del classico “tuffo nel passato”, grazie alle fedeli ricostruzioni, agli oggetti d’epoca e alla bellezza del borgo di Cribari.

Lorenzo Coscarella

(PeopleLife, Novembre 2014, p.20)

Cosenza: la rivolta sfumata di fine ottobre del 1843

L’insurrezione cosentina del 15 marzo 1844 fu preceduta da un tentativo di rivolta nell’ottobre precedente. Il tentativo fallito era stato organizzato con alcune riunioni nelle attuali frazioni di Cosenza.

Cosenza_Porta_di_Ferro_PortapianaIn una notte di fine ottobre del 1843 un gruppo di persone armate attraversava Sant’Ippolito. Proveniva da Torzano. Gli armati chiedono dell’acqua, le indicazioni della via per Donnici, e si incamminano per la loro strada.

Ci sarebbero voluti mesi per capire cosa stesse succedendo …

Clicca qui per leggere l’articolo:

La rivolta sfumata di fine ottobre del 1843

 (articolo intero su Parola di Vita, 4/12/2014, p. 19)

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Il castello di Savuto

Tra le due province di Cosenza e Catanzaro, la fortezza dominava l’ingresso della valle che prende il nome dal paese e dal fiume, antica via di comunicazione dalla costa verso l’interno. Il_Castello_di_Savuto Il castello di Savuto, con la sua mole imponente ma segnata dal tempo, domina ancora non solo il villaggio ma anche tutta la vallata sottostante, nel quale scorre il fiume che ha lo stesso nome del paese. Savuto: l'ingresso della fortezzaLa zona era strategica: lungo una antica via di comunicazione, a pochi passi dalla costa tirrenica, e all’imbocco della valle che bisognava attraversare per addentrarsi nell’entroterra calabro e giungere fino a Cosenza. Un territorio ancora oggi di confine, visto che segna il limite tra le due province di Cosenza e Catanzaro. Il paese di Savuto è oggi frazione del comune di Cleto, ma ebbe in passato una maggiore autonomia, oltre che un più alto numero di abitanti rispetto agli attuali. Per la sua rilevanza appartenne a diverse famiglie nobiliari, che ne fecero il loro feudo e il cui potere era simboleggiato proprio dalla mole del castello. Savuto, arcate del castelloTra queste i D’Aquino, legati anche allo sviluppo del vicino paese di S. Mango che proprio da Savuto trae le sue origini. Una interessante iscrizione cinquecentesca visibile lungo l’accesso al maniero ricorda invece la presenza di Eliodora Sambiase, giovane vedova di Ascanio Arnone. Iscrizione ora deturpata da un cancello ma che, difficoltà di lettura permettendo, potrebbe trascriversi: “TEMPLA DEO NYMPHIS LIMPHAS HORTOSQ. VIRE(N)TES/ HANC ARCEM INDIGEN[S O]MNIBVS HOSPITIUM/ SABATII HELIODORA POTE(N)S SA(N)BLASIA PRA …/ARNONIO QUONDAM IVNCTA PVELLA VIRO”.

Dopo essere stato adibito a vari usi l’edificio è attualmente semi abbandonato, ma sono ancora ben visibili le tracce del periodo medioevale e rinascimentale in cui svolse la funzione di fortificazione. Sono moltissime le feritoie presenti tra le mura utilizzate un tempo come punti di fuoco, e lo stesso ingresso è racchiuso in un bastione cilindrico merlato.

Savuto: il centro storico con in alto il castelloSulla parte più alta della collina la torre cilindrica segna la zona più antica del maniero, ora coperta da vegetazione, accanto alla quale presumibilmente si è evoluta la zona che dovette essere adibita ad abitazione signorile. Già l’ampia volta dell’androne d’ingresso ci dà l’idea dell’imponenza che dovette avere la struttura, che sembra essere stata frazionata in più unità abitative utilizzate fino a pochi decenni fa. Negli ampi spazi aperti dominano ora i fichi d’india, e non manca un pollaio che contribuisce però a dare un tocco di vita alla struttura. È interessante scorgere qua e là i segni del complesso architettonico originario, tra archi in pietra, portali in tufo murati, grandi camini e perfino i resti di un probabile altare settecentesco in muratura, che doveva far parte di una piccola cappella nella zona del cortile centrale dal lato opposto dell’ingresso. Castello di Savuto: ruderi, pollai e fichidindiaI ruderi hanno il loro fascino, ma non si può fare a meno di pensare che la struttura sarebbe ancora in buona parte recuperabile. Da quanto appreso alcuni progetti di valorizzazione dovrebbero partire presto. In questo modo il comune di Cleto potrebbe essere uno dei pochi ad offrire ai turisti i resti di ben due castelli da visitare.

Lorenzo Coscarella

(Parola di Vita, A.7 n.27, 25/09/2014, p.21)

Clicca qui per altre immagini di Savuto e del suo castello 

Dipignano: dal paese alla Motta

Tra le sue borgate presenta edifici di interesse storico e un patrimonio d’arte da scoprire. 

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Dipignano, centro abitato a pochi chilometri dalla città, mantiene ancora la sua struttura urbanistica distinta in più quartieri, ognuno dei quali ebbe in passato una propria autonomia, pur rientrando nell’unica Università di Dipignano. Nel 1745, ad esempio, le borgate dipignanesi erano ben nove: Continua a leggere

Enrico VII: dal Regno di Germania a Cosenza

La parabola del figlio ribelle di Federico II

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È un legame forte, quello tra la città di Cosenza e l’imperatore Federico II. Legame testimoniato da varie vicende che portarono l’imperatore svevo a divenire figura di spicco nella storia della città nel XIII secolo. Il suo nome è legato in particolar modo al rifacimento del castello, Continua a leggere